Il pagellone del Roland Garros 2020
Da Redazione
Febbraio 15, 2018
I numeri, a volte, hanno significati nascosti, quasi magici. Così nell’anno del 20-20 Rafa Nadal conquista il suo Slam numero 20, agganciando Roger Federer in vetta all’Olimpo. L’impresa dello spagnolo al Roland Garros è senza precedenti: 13 vittorie sulla terra parigina dove è stato battuto soltanto in due occasioni (Soderling, negli ottavi del 2009, e Djokovic, nei quarti del 2015). Nadal può vantare ora un ruolino di 100 partite vinte e 2 perse nello Slam sulla terra battuta, percentuale che supera il 98%.
Il voto al maiorchino, concedeteci la deroga, non può allora che essere…20! Nadal per la quarta volta in carriera ha vinto il Roland Garros senza concedere set ai rivali, in totale ha lasciato per strada 53 giochi: solo Sinner, nei quarti, e Schwartzman, in semifinale, sono riusciti a portarlo al tie-break. Il dominio di Rafa è impressionante soprattutto quest’anno, considerato che le condizioni gli erano sfavorevoli: palle, freddo, preparazione non ottimale (l’unico tra i big a saltare la trasferta americana), partite anche indoor. Non è bastato per fermarlo, ora Nadal punta al primato in solitaria nelle vittorie Slam.
Gli altri big
A Djokovic va un 6. Voto basso, probabilmente, per chi raggiunge una finale di uno Slam e per chi ha perso la prima partita nel 2020, ma il serbo è stato letteralmente umiliato, dal punto di vista tattico da Nadal, in finale. Senza dimenticare che in semifinale ha rischiato di gettare al vento due set di vantaggio contro Tsitsipas (8 per il greco soprattutto per la qualità di gioco espressa), salvato solo dai problemi fisici dell’avversario.
A Schwartzman, che per la prima volta in carriera entra nei primi 10 (è ora numero 8, scalzato il nostro Berrettini), va invece un 9: commovente la crescita esponenziale negli ultimi mesi del “peque” uno che, come disse Maradona, è come se giocasse con una rete di volley di fronte. Stupenda la vittoria dell’argentino contro Thiem (voto 6-) nei quarti in uno dei match più lottati dell’intero torneo.
A proposito di top 10, da segnalare anche l’ingresso per la prima volta in carriera di Rublev (voto 6.5, fuori ai quarti contro Tsitsipas). Le sorprese, come da tradizione nel Roland Garros, sono arrivate copiose nei primi turno e lo sanno bene gli appassionati di scommesse che hanno visto match sulla carta “chiusi” finire con esiti decisamente inaspettati (scopri di più sul portale scommessetennis.net); eppure la menzione d’onore, in tal senso, va a Hugo Gaston (voto 8), classe 2000, francese, capace di entusiasmare per il suo stile di gioco spumeggiante e di eliminare Wawrinka con un incredibile 6-0 al quinto, nel terzo turno. Il giovane Gaston si è arreso non senza lottare, nel turno successivo, a Thiem, portandolo al quinto dopo essere stato due set sotto. Chapeau!
Delusioni dai vari Murray (4), Monfils (4), Nishikori (4), Zverev (5), Shapovalov(4) e Medvedev (3), mentre un capitolo a parte meritano gli italiani.
Gli italiani al Roland Garros
La pattuglia azzurra si è ben comportata portando cinque giocatori al terzo turno. Non vi è arrivato Lorenzo Giustino (9) che si è fermato allo step precedente ma dopo essere stato protagonista di una vittoria epica, al debutto, sul francese Moutet: 18-16 al quinto, è stato il match più lungo di sempre con un italiano in campo. Benissimo Sonego (7), arrivato agli ottavi e battuto da Schwartzman, a Fognini va un senza voto visto che quello che scende in campo oggi è lontano parente del giocatore capace di entrare tra i primi 10 un anno fa. 7.5 a Travaglia, asfaltato da Nadal al terzo turno dopo però aver eliminato un ex top-ten del calibro di Nishikori, mentre Seppi (4), Mager e Caruso (5) si sono fermati al primo turno contro avversari non irresistibili. Detto di Cecchinato (6.5) che ha ritrovato buone sensazioni vincendo due partite proprio nel torneo che lo rivelò al mondo (si è riavvicinato ai top 100), non si può non bocciare sonoramente il nostro numero 1.
Matteo Berrettini si merita un 4: dopo aver concesso un set al debole Harris al secondo turno, si è arreso senza uno straccio di reazione al carneade Altmaier che lo ha surclassato anche psicologicamente sul campo. Tre set a zero, peraltro netti, da uno che fatica ad essere 150 è un risultato inaccettabile per il numero 8 al mondo: Matteo ha vissuto di certo un 2020 travagliato ma deve tornare presto sulla retta via se vuole restare nell’elite del circuito ATP.
Elite che presto accoglierà, o forse ha già accolto, Jannik Sinner (8.5). Il più giovane tra i primi 100 (ora è numero 46) coglie un bellissimo risultato a Parigi, raggiungendo i quarti di finale in assoluta scioltezza, dopo aver fatto fuori anche due big come Goffin e Zverev. Si è arreso a Nadal ma soltanto dopo aver messo alle corde il maiorchino per un set e mezzo. Proprio Sinner si è dimostrato l’avversario più ostico sulla strada del 13esimo Roland Garros: Jannik è già una certezza ed ha ancora ampi margini di miglioramento.
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